Il NEAT e il mistero dei chili di troppo

Finalmente è iniziato un graduale ritorno alla normalità. Una lunga pausa ha modificato enormemente lo stile di vita di tutti quanti. Uno dei cambiamenti più importante ha riguardato sicuramente la possibilità di muoverci, ma anche la maggiore disponibilità di cibo durante la giornata, visto che l’ufficio di molti si è venuto a trovare molto, troppo vicino alla dispensa.

La conseguenza primaria è stata per molti l’aumento di peso. Anche chi da ormai molti anni manteneva dignitosamente inalterato il proprio peso, ha visto oscillare i numeri sulla bilancia per la prima volta dopo tanto tempo. Quello che è successo è molto semplice, è cambiato il bilancio energetico: più cibo e molto meno movimento.

Forse ad alcuni questo sembrerà impossibile, con il maggior tempo a disposizione hanno preso la buona abitudine di allenarsi anche tutti i giorni, chi con piccoli pesi, chi scoprendo attività nuove, chi andando a correre nelle vicinanze. Come può essersi ridotto il dispendio energetico anche allenandosi più di prima? Quello che in realtà è accaduto è che seppure è stato aumentato il dispendio indotto dall’allenamento, si è ridotto enormemente quello legato all’attività fisica generale, definito come NEAT.

Cos’è il NEAT

Il NEAT (Non-Exercise Activity Thermogenesis),  cioè il dispendio energetico non legato all’esercizio fisico. In questo calderone ci rientra l’attività fisica che facciamo oltre allenamento, come le faccende di casa, portare fuori il cane o andare a lavoro. Questo parametro è in grado di contribuire al dispendio energetico per un buon 20%, contro solo il 10-15% dell’allenamento. Questo significa che su un fabbisogno di 2000 Kcal, ben 400 sono imputabili ad un buon NEAT, praticamente un pasto in più.

Sembrerà strano ma quei passi che facciamo per andare alla stazione a prendere il treno, le scale per scendere alla macchinetta del caffè durante la pausa, così come la passeggiata alla sera, hanno un enorme impatto sul dispendio giornaliero. Per questa ragione, quando ci siamo trovati nell’impossibilità di allontanarci eccesseviamente di casa è calato drammaticamente.A questo punto è chiaro perché a fronte di un’alimentazione molto meno controllata, l’aver ridotto drasticamente il movimento ha fatto lievitare i numeri sulla tua bilancia.

Come controllo il NEAT?

Siccome il NEAT è principalmente imputabile a quanto ci muoviamo durante la giornata, di fondamentale importanza sarà il numero di passi totali. Tutti i telefoni sono dotati ormai di un contapassi, attivalo. Se vuoi uno strumento ancora più pratico, soprattutto se preferisci non portarti sempre dietro il cellulare, esistono degli orologi conta passi sotto i 30 euro, anche di ottima fattura. Quello che dovrai fare è molto semplice:

  1. Monitora la media giornaliera dei passi;
  2. Ogni settimana cerca di superare il record di quella successiva.

Se per esempio negli ultimi giorni hai mantenuto 3000 passi al giorno, la settimana successiva prova a tenere una media giornaliera di 4000 passi e così via. Verso i 10000 e oltre.

Le scelte virtuose per il NEAT

Sicuramente per chi torna a lavorare fuori casa sarà più facile aumentare il NEAT, mentre chi continuerà con la smart-working dovrà forse prestare qualche attenzione in più. Ecco alcuni esempi di comportamenti che possono aiutarti ad alzare il tuo dispendio energetico giornaliero:

  • Prendere le scale anziché l’ascensore;
  • Scegliere il parcheggio più lontano dalla tua destinazione;
  • Organizzare passeggiate serali;
  • Se hai un cane, allunga il giro quando lo porti a passeggio (ne sarà felice anche lui);
  • Se puoi muoviti a pieni o in bici (che per l’ambiente schifo non fa);

In conclusione

Se sei una persona mediamente attiva , durante la quarantena, a parità di alimentazione hai probabilmente messo su qualche chiletto, non disperare riprendi le tue normali abitudini di vita e tutto andrà a posto. Se invece appartieni al partito de “niente scale, solo ascensore”, dovresti aver capito quanto potresti ottenere molto di più da un programma di esercizio fisico o da una dieta, se solo usassi i piedi per il motivo per cui li abbiamo evoluti. E no, non è per raccogliere il telecomando da terra quando cade dal divano.

Abbiamo avuto l’occasione rara di cambiare la visione del mondo, una terapia d’urto ci ha ricordato quanto è essenziale per noi il movimento. Ora che la situazione lo concede, cerchiamo di vivere ogni camminata con l’emozione del primo passo poggiato fuori dall’uscio alla fine del lock-down.

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